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Sensazione di affaticamento psico-fisico, stress, perdita di equilibrio, difficoltà a concentrarsi o a prendere delle decisioni: lo Yoga è una pratica meravigliosa per riportarci al nostro centro ogni volta in cui sentiamo che la vita ci “sballottola” un po’ e per “radicarci”, restituisci stabilità.
È una disciplina finalizzata all’equilibrio di corpo, mente e spirito in un ascolto molto attento e minuzioso che passa per ogni livello (corpo, mente e spirito appunto).

Lo Yoga del Ki, in particolare, è una disciplina basata sui principi dalla Medicina Tradizionale Cinese ma anche fusa con pratiche yogiche e taoiste.
Il KI che è l’energia vitale che scorre nei meridiani, così ben trattati e conosciuti dalla Medicina Tradizione Cinese, se stimolata nel corretto modo attiva un processo di autoguarigione.

Ogni sessione, condotta in un ambiente di totale accoglienza, con musica zen e candele accese, prevede una fase di riscaldamento per calmare la mente attraverso un esercizio che dà sollievo alla tensione che accumuliamo con il nostro “pensare”. Questo è il momento in cui “lasciamo andare”.

A questa fase seguono gli esercizi MAKKO-HO: posizioni eseguite lentamente e in sincronia con il respiro. Il lavoro è tutto sui meridiani, di volta in volta coinvolti, per liberare a livello energetico tutte le nostre potenzialità.

Poiché ad ogni elemento appartengono una coppia di meridiani, nell’esercizio sul METALLO, ad esempio, aiuteremo a liberare i meridiani del polmone ed intestino crasso nello sprigionare la loro capacità di mettere confini. Nell’esercizio sull’elemento TERRA attraverso il lavoro sui meridiani di stomaco e milza lavoreremo sulla nostra capacità di restare centrati e nutrire con equilibrio i nostri bisogni. Allo stesso modo proseguiremo con l’elemento FUOCO ASSOLUTO, ACQUA, FUOCO RELATIVO e LEGNO.

Il corpo diventa così il contenitore di un flusso che viaggia in modo armonioso.

Ogni pratica si conclude con una fase di Meditazione: l’abbandono del corpo e la percezione del sostegno da parte della Madre Terra che ci sostiene favorendo il lasciarsi andare, in abbinamento alla recitazione dei mantra o a tecniche immaginative.

Read More 23/01/2020

L’Ashtanga Yoga come lo conosciamo oggi si compone di otto passi, chiamati anche arti. Il più famoso e praticato di questi passi è sicuramente Asana, che ci indica quali posizioni e posture assumere. Pratyahara è il quinto passo dello Yoga, molto meno conosciuto ma altrettanto essenziale, si tratta dell’osservazione interna e rende possibile la meditazione.


Gli stimoli del mondo esterno relativi ai cinque sensi fanno sì che la nostra mente sia sempre distratta e proiettata verso l’esterno, sono tanti i pensieri e le preoccupazioni che occupano la nostra mente e che ci distraggono, proprio per questo motivo rimanere concentrati sull’oggetto della meditazione è spesso difficile.

Se chiudiamo però gli occhi e rivolgiamo tutta la nostra attenzione verso l’interno ecco che la nostra mente si libererà dagli stimoli dei cinque sensi per poter concentrarsi sulla meditazione.

I benefici di Pratyahara e della meditazione abbinata alla pratica Asana sono numerosi, tra i primi sicuramente c’è il senso di calma e quiete che ne deriva.

Meditare non è facile ma con passi guidati e lezioni specifiche tutti possono aprire la propria mente a questa pratica antichissima a stimolante.

Read More 14/11/2019

La postura del cane a testa in giù o Adho Mukha Svanasana ha un significato profondo: Adho significa “verso il basso”, Mukha “muso” e Svana “cane”; nell’iconografia indù, il cane è la cavalcatura di Shiva quando assume la forma del “Tremendo”, Bhairava.

«Lo yoga è eseguire ogni azione come un’opera d’arte»

(Swami Kripalvananda)

È l’asana che ti permette di aumentare la forza e contemporaneamente di allungare tutto il corpo: i punti di appoggio infatti sono solo mani e piedi. Se hai un cane, questo stiramento a “V rovesciata” ti risulterà sicuramente familiare!

La posizione del cane a testa in giù viene usata come transizione tra due asana, per riposarsi tra sequenze impegnative, oppure semplicemente per allungare il corpo. Non manca mai in una sessione yoga, anche perché fa parte del saluto al sole. Può essere difficile da fare inizialmente, ma quando la eseguirai perfettamente sentirai una grande sensazione di benessere e “stiramento”: sfrutterai i benefici delle posture di equilibrio (potenza e stabilità), delle flessioni avanti (distensione e pace) e delle posture inverse. Infatti questa asana procura degli effetti favolosi se praticata regolarmente: è una sapiente miscela di apertura delle spalle, allungamento delle gambe e di lavoro profondo sul diaframma. Il rilassamento totale della testa, dei trapezi e della pelle della fronte calma la mente, facendoti provare davvero un benessere generale.

Non ti resta che srotolare il tappetino e… buona pratica!

Read More 11/09/2019

Lo yoga di solito è praticato in palestre o sale dedicate, ma nasce come attività outdoor.
Il mare è il luogo ideale per gli yogi: dona tantissimi benefici, proprio per le sue caratteristiche naturali. Ad esempio, l’esposizione al sole in spiaggia consente di fare il pieno di vitamina D. Anche l’umore ne trae beneficio: mare e sole sono potenti antidepressivi naturali, e diminuiscono i livelli di stress. Prova a praticare il prānāyāma in spiaggia: l’aria di mare, grazie alla grande quantità di sali minerali che contiene, migliora la respirazione: approfittane più che puoi! Anche l’involucro esterno, la pelle, risulterà più sana e giovane: la sabbia infatti è un ottimo esfoliante; inoltre aiuta il corpo ad assumere le posizioni in modo più naturale.


Durante le vacanze puoi ritagliare del tempo per svolgere alcune asana sulla sabbia: fallo al mattino presto, oppure al tramonto, così la spiaggia sarà meno affollata e potrai essere più concentrato. Prova:

  • il saluto al sole, un “omaggio” alla divinità che in estate è al suo massimo splendore e regala sensazioni meravigliose;
  • l’asana del guerriero, per ritrovare la stabilità interiore;
  • e se vuoi rilassarti al massimo, la Shavasana: l’unica cosa da fare è ascoltare il tuo respiro, meditare accompagnato dal rumore delle onde, ed il relax è garantito. E non importa se durante il “viaggio” ti addormenterai… è questo l’obiettivo!

Esistono poi delle discipline yoga che si possono praticare direttamente in acqua, come il Sup Yoga, una variante del surf in cui si sta in piedi su una tavola: godrai i benefici dello yoga in mezzo al mare. Anche il Woga (water+yoga) trasferisce le asana in acqua. Suoni attutiti e movimenti più dolci sono un toccasana per corpo e mente.

«Quando diventi uno specchio senza pensieri, tutte le distinzioni scompaiono dal mondo. Allora la rosa, l’uccello, la terra, il cielo, il mare, la sabbia e il sole sono tutti un’unica cosa, un’unica energia»

Read More 8/08/2019

«Non siete voi che respirate, ma è la vita che respira in voi»

La vita è scandita dalla respirazione, e le tradizioni yoga hanno sviluppato una vera e propria filosofia del soffio vitale, per cui il respiro è il principale mezzo di scambio tra l’ambiente esterno e noi stessi. L’inspirazione corrisponde alla luce, alla gioia, al sorriso; l’espirazione corrisponde al buio, alla malinconia, e al vuoto: ogni volta che inspiri lasci entrare una parte dell’universo ed ogni volta che espiri cedi una parte di te all’universo. Durante l’inspirazione il diaframma si abbassa e la gabbia toracica si allarga, mentre i muscoli toracici la alzano: si può quindi definire l’inspirazione come un movimento attivo. Al contrario, l’espirazione è causata dal ritorno elastico dei polmoni e dei muscoli inspiratori, quindi un movimento passivo.

Il modo di respirare caratteristico dello yoga è definito prānāyāma. Questo termine deriva dall’unione delle due parole prāṇa (forza vitale) e yama (controllo), e la nostra principale fonte di prāṇa è indubbiamente l’aria che respiriamo: il prānāyāma pone l’accento sul lavoro respiratorio con la funzione di stabilizzare la mente ed avere accesso alla dimensione spirituale. Proprio la consapevolezza della respirazione fa dello yoga una disciplina spirituale: dal punto di vista energetico, il respiro consapevole è fondamentale per sciogliere blocchi emotivi e ristagni energetici.
La respirazione è l’unica attività corporea che, pur essendo involontaria, può essere controllata anche volontariamente. Quando pratichi le asana e respiri consapevolmente permetti al corpo di respirare. Ogni volta che esegui delle posizioni dovresti utilizzare quella che è chiamata la respirazione yogica completa, che unisce i tre tipi di respirazione: diaframmatica, toracica e clavicolare.

Il respiro consapevole non è importante solo nella pratica delle asana, ma è fondamentale anche nella meditazione: infatti, mantenere l’attenzione sul respiro è alla base di numerose tecniche, come la vipassana e la mindfulness. Diventare più consapevole del tuo respiro durante la meditazione significa diventare più consapevole della tua mente e di tutto quello che accade dentro di te: un gancio che ti permette di rimanere aggrappato al qui ed ora.

«Vivete soltanto nel presente, non nel futuro. Fate del vostro meglio oggi; non aspettate il domani»
(Paramahansa Yogananda)

Read More 1/08/2019

«Gli stadi dello yoga sono stupore» (Vasugupta)

Sicuramente ne hai già sentito parlare, ma forse non hai le idee chiare: a cosa ti serve, nel quotidiano, conoscere e saper ascoltare i tuoi chakra?
Devi sapere che il tuo sistema energetico interno (prana) si basa su quelli che sono conosciuti come chakra: una parola che viene dal sanscrito, e significa ruota, circolo, e disco solare. I tuoi chakra, o centri energetici, cooperano continuamente per alimentare il tuo equilibrio e la tua energia vitale. Non sono una novità, né una moda: già nell’antichità si era compreso che nel corpo si trovano dei punti energetici che possono essere aperti e sviluppati mediante la pratica yoga e la meditazione.

Ma esattamente, cosa sono?
I chakra sono dei vortici circolari di energia, non sono fisici o visibili, ma sono reali e situati lungo il corpo: rappresentano i punti focali della tua forza vitale, e il funzionamento di ognuno di loro è fondamentale per il tuo benessere.
In totale sono 74 e sono collegati ai differenti aspetti dell’uomo (mentale, emozionale, etereo e così via) attraverso una serie di canali denominati nadis, delle specie di “autostrade energetiche”: l’energia scorre attraverso questi canali con movimenti che formano una spirale.
Dei 74 chakra ne esistono 7 principali, che si distribuiscono dalla parte più bassa della colonna vertebrale, dove si trova il kundalinî (energia aggrovigliata a forma di serpente), fino alla parte più alta della testa. Anche se abbiamo dato una collocazione spaziale precisa, i chakra non sono parte del nostro corpo fisico bensì del nostro corpo sottile, ossia della nostra parte emozionale.

A cosa servono?
E adesso che sai cosa sono, ti starai chiedendo a cosa servono. La funzione principale dei chakra è assorbire l’energia universale, metabolizzarla e alimentare i differenti aspetti dell’essere umano per irradiare energia verso l’esterno. Più semplicemente, sono centri energetici da cui dipendono diverse funzioni, non solo del corpo, ma anche della mente: i chakra più bassi, vicini alla terra, sono legati alle emozioni carnali e passionali; mentre dal cuore in su risiedono i chakra mentali e spirituali. Ad ogni chakra corrisponde anche un colore, che nel loro insieme compongono l’arcobaleno: infatti il sistema dei chakra viene anche detto ponte dell’arcobaleno.
Vediamoli uno per uno, nel dettaglio, dal più basso fino al più alto.

  • Il chakra della radice o Muladhara
    Si trova nel perineo e controlla diverse parti del corpo come il naso, il sistema linfatico, il sistema osseo, la prostata e le estremità inferiori. È associato al colore rosso, e si apre camminando (puoi anche sperimentare la meditazione camminata!), facendo esercizi aerobici o ballando.
  • Il chakra splenico o Svadhisthana
    Si trova al centro dell’addome ed è relazionato con il sistema riproduttore ed il plesso lombare, di colore arancione. Per attivare questo Chakra puoi dedicarti ad alcuni esercizi come il nuoto, concederti lunghi bagni rilassanti o danze che coinvolgono movimenti e rotazioni del bacino.
  • Il chakra del plesso solare o Manipura
    Si trova, come dice il suo nome, nel plesso solare, è associato al colore giallo e coinvolge la pelle, il sistema muscolare, lo stomaco, il fegato, l’intestino, la vista e i muscoli del viso. Puoi aprirlo correndo, rompendo la routine o facendo esercizi ad arco, come i 5 tibetani.
  • Il chakra del cuore o Anahata
    Come suggerito dal nome, controlla il sistema circolatorio, i polmoni, il plesso cardiaco e tutta la zona del petto. Gli si associa il colore verde. Per aprire questo chakra devi fare esercizi di respirazione che comportano ampie aperture pettorali; ma anche aiutare gli altri e mettere da parte l’odio.
  • Il chakra della gola o Vishuddha
    Questo chakra controlla collo, gola, mani e braccia. Si associa con il plesso bronchiale e cervicale, e corrisponde al colore azzurro. Come si attiva? Con rotazioni del collo, gridando tutto quello che provi in un posto tranquillo, facendo esercizi di vocalizzazione o ripetendo un mantra.
  • Il chakra del terzo occhio o Ajna
    Rappresentato dall’indaco, si trova al centro della fronte e si associa alle tempie, al plesso carotideo e (ovviamente) alla fronte. Per attivarlo puoi fare meditazioni guidate, visualizzare forme geometriche semplici o massaggiare tempie e occhi in maniera circolare.
  • Il chakra della corona o Sahasrara
    Si trova in cima alla testa, proprio come una corona, e ne controlla la parte superiore: il sistema nervoso e il cervello. Viene associato al colore viola, e puoi attivarlo con meditazione, orazione e mantra, o in posizione seduta con la schiena eretta.

Una questione di apertura.
L’obiettivo è sempre quello di mantenere la giusta apertura dei propri chakra, in modo equilibrato, cosicché l’energia possa scorrere fluida senza che si abbiano blocchi energetici (chakra chiusi) o un sovraccarico di energia (chakra troppo aperti). Allineando i chakra si ottiene l’equilibrio del proprio organismo, così mente e corpo possono vivere in armonia, con tutti i benefici che ne derivano. I chakra non sono inoltre slegati tra loro, ma hanno un forte influsso l’uno sull’altro, soprattutto per quanto riguarda quelli vicini: questo significa che l’apertura o la chiusura di un chakra può influenzare in modo positivo o negativo anche quelli adiacenti.

Shanti a te!

Read More 25/07/2019
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