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«Non siete voi che respirate, ma è la vita che respira in voi»

La vita è scandita dalla respirazione, e le tradizioni yoga hanno sviluppato una vera e propria filosofia del soffio vitale, per cui il respiro è il principale mezzo di scambio tra l’ambiente esterno e noi stessi. L’inspirazione corrisponde alla luce, alla gioia, al sorriso; l’espirazione corrisponde al buio, alla malinconia, e al vuoto: ogni volta che inspiri lasci entrare una parte dell’universo ed ogni volta che espiri cedi una parte di te all’universo. Durante l’inspirazione il diaframma si abbassa e la gabbia toracica si allarga, mentre i muscoli toracici la alzano: si può quindi definire l’inspirazione come un movimento attivo. Al contrario, l’espirazione è causata dal ritorno elastico dei polmoni e dei muscoli inspiratori, quindi un movimento passivo.

Il modo di respirare caratteristico dello yoga è definito prānāyāma. Questo termine deriva dall’unione delle due parole prāṇa (forza vitale) e yama (controllo), e la nostra principale fonte di prāṇa è indubbiamente l’aria che respiriamo: il prānāyāma pone l’accento sul lavoro respiratorio con la funzione di stabilizzare la mente ed avere accesso alla dimensione spirituale. Proprio la consapevolezza della respirazione fa dello yoga una disciplina spirituale: dal punto di vista energetico, il respiro consapevole è fondamentale per sciogliere blocchi emotivi e ristagni energetici.
La respirazione è l’unica attività corporea che, pur essendo involontaria, può essere controllata anche volontariamente. Quando pratichi le asana e respiri consapevolmente permetti al corpo di respirare. Ogni volta che esegui delle posizioni dovresti utilizzare quella che è chiamata la respirazione yogica completa, che unisce i tre tipi di respirazione: diaframmatica, toracica e clavicolare.

Il respiro consapevole non è importante solo nella pratica delle asana, ma è fondamentale anche nella meditazione: infatti, mantenere l’attenzione sul respiro è alla base di numerose tecniche, come la vipassana e la mindfulness. Diventare più consapevole del tuo respiro durante la meditazione significa diventare più consapevole della tua mente e di tutto quello che accade dentro di te: un gancio che ti permette di rimanere aggrappato al qui ed ora.

«Vivete soltanto nel presente, non nel futuro. Fate del vostro meglio oggi; non aspettate il domani»
(Paramahansa Yogananda)

Read More 1/08/2019

«Gli stadi dello yoga sono stupore» (Vasugupta)

Sicuramente ne hai già sentito parlare, ma forse non hai le idee chiare: a cosa ti serve, nel quotidiano, conoscere e saper ascoltare i tuoi chakra?
Devi sapere che il tuo sistema energetico interno (prana) si basa su quelli che sono conosciuti come chakra: una parola che viene dal sanscrito, e significa ruota, circolo, e disco solare. I tuoi chakra, o centri energetici, cooperano continuamente per alimentare il tuo equilibrio e la tua energia vitale. Non sono una novità, né una moda: già nell’antichità si era compreso che nel corpo si trovano dei punti energetici che possono essere aperti e sviluppati mediante la pratica yoga e la meditazione.

Ma esattamente, cosa sono?
I chakra sono dei vortici circolari di energia, non sono fisici o visibili, ma sono reali e situati lungo il corpo: rappresentano i punti focali della tua forza vitale, e il funzionamento di ognuno di loro è fondamentale per il tuo benessere.
In totale sono 74 e sono collegati ai differenti aspetti dell’uomo (mentale, emozionale, etereo e così via) attraverso una serie di canali denominati nadis, delle specie di “autostrade energetiche”: l’energia scorre attraverso questi canali con movimenti che formano una spirale.
Dei 74 chakra ne esistono 7 principali, che si distribuiscono dalla parte più bassa della colonna vertebrale, dove si trova il kundalinî (energia aggrovigliata a forma di serpente), fino alla parte più alta della testa. Anche se abbiamo dato una collocazione spaziale precisa, i chakra non sono parte del nostro corpo fisico bensì del nostro corpo sottile, ossia della nostra parte emozionale.

A cosa servono?
E adesso che sai cosa sono, ti starai chiedendo a cosa servono. La funzione principale dei chakra è assorbire l’energia universale, metabolizzarla e alimentare i differenti aspetti dell’essere umano per irradiare energia verso l’esterno. Più semplicemente, sono centri energetici da cui dipendono diverse funzioni, non solo del corpo, ma anche della mente: i chakra più bassi, vicini alla terra, sono legati alle emozioni carnali e passionali; mentre dal cuore in su risiedono i chakra mentali e spirituali. Ad ogni chakra corrisponde anche un colore, che nel loro insieme compongono l’arcobaleno: infatti il sistema dei chakra viene anche detto ponte dell’arcobaleno.
Vediamoli uno per uno, nel dettaglio, dal più basso fino al più alto.

  • Il chakra della radice o Muladhara
    Si trova nel perineo e controlla diverse parti del corpo come il naso, il sistema linfatico, il sistema osseo, la prostata e le estremità inferiori. È associato al colore rosso, e si apre camminando (puoi anche sperimentare la meditazione camminata!), facendo esercizi aerobici o ballando.
  • Il chakra splenico o Svadhisthana
    Si trova al centro dell’addome ed è relazionato con il sistema riproduttore ed il plesso lombare, di colore arancione. Per attivare questo Chakra puoi dedicarti ad alcuni esercizi come il nuoto, concederti lunghi bagni rilassanti o danze che coinvolgono movimenti e rotazioni del bacino.
  • Il chakra del plesso solare o Manipura
    Si trova, come dice il suo nome, nel plesso solare, è associato al colore giallo e coinvolge la pelle, il sistema muscolare, lo stomaco, il fegato, l’intestino, la vista e i muscoli del viso. Puoi aprirlo correndo, rompendo la routine o facendo esercizi ad arco, come i 5 tibetani.
  • Il chakra del cuore o Anahata
    Come suggerito dal nome, controlla il sistema circolatorio, i polmoni, il plesso cardiaco e tutta la zona del petto. Gli si associa il colore verde. Per aprire questo chakra devi fare esercizi di respirazione che comportano ampie aperture pettorali; ma anche aiutare gli altri e mettere da parte l’odio.
  • Il chakra della gola o Vishuddha
    Questo chakra controlla collo, gola, mani e braccia. Si associa con il plesso bronchiale e cervicale, e corrisponde al colore azzurro. Come si attiva? Con rotazioni del collo, gridando tutto quello che provi in un posto tranquillo, facendo esercizi di vocalizzazione o ripetendo un mantra.
  • Il chakra del terzo occhio o Ajna
    Rappresentato dall’indaco, si trova al centro della fronte e si associa alle tempie, al plesso carotideo e (ovviamente) alla fronte. Per attivarlo puoi fare meditazioni guidate, visualizzare forme geometriche semplici o massaggiare tempie e occhi in maniera circolare.
  • Il chakra della corona o Sahasrara
    Si trova in cima alla testa, proprio come una corona, e ne controlla la parte superiore: il sistema nervoso e il cervello. Viene associato al colore viola, e puoi attivarlo con meditazione, orazione e mantra, o in posizione seduta con la schiena eretta.

Una questione di apertura.
L’obiettivo è sempre quello di mantenere la giusta apertura dei propri chakra, in modo equilibrato, cosicché l’energia possa scorrere fluida senza che si abbiano blocchi energetici (chakra chiusi) o un sovraccarico di energia (chakra troppo aperti). Allineando i chakra si ottiene l’equilibrio del proprio organismo, così mente e corpo possono vivere in armonia, con tutti i benefici che ne derivano. I chakra non sono inoltre slegati tra loro, ma hanno un forte influsso l’uno sull’altro, soprattutto per quanto riguarda quelli vicini: questo significa che l’apertura o la chiusura di un chakra può influenzare in modo positivo o negativo anche quelli adiacenti.

Shanti a te!

Read More 25/07/2019

“Lo yoga è la fonte della giovinezza. Più la tua schiena è flessibile, più sei giovane”

Come tutte le posizioni yoga, dette asana, anche quella del cobra è ispirata alla perfezione della natura. Il nome sanscrito è Bhujangasana, dove bhunjanga significa letteralmente “serpente”: il corpo sembra assumere la forma del cobra, e lo ricorda nella posizione di attacco.

È un asana fondamentale perché rappresenta la posizione di partenza per tutti i piegamenti all’indietro, perfetto anche per i principianti o per chi non è (ancora) molto flessibile.

Questa posizione può essere eseguita da tutti, anche da chi è alle prime armi e si è appena avvicinato allo yoga. Ed è davvero un toccasana che riequilibra le abitudini sbagliate della nostra routine: la vita quotidiana richiede spesso dei piegamenti in avanti (basti pensare allo stare al computer o allacciarsi le scarpe), tutti movimenti che facciamo spesso in modo errato. L’antidoto a queste “brutte” posture in avanti è proprio la pratica regolare di flessioni all’indietro.

Nonostante la relativa facilità di esecuzione, può portare a molti benefici:
– rinforza la muscolatura della schiena e dell’addome, migliora la postura e rende flessibile la colonna, che risulta allungata e riequilibrata. L’asana del cobra è la posizione yogica migliore per combattere la lombalgia, il mal di schiena ed i problemi di cervicale;
– la pratica quotidiana di questo asana è utile anche agli organi interni, in particolare intestino, vescica, reni e organi riproduttivi;
– tonifica spalle e braccia, migliora la muscolatura della schiena e dell’addome, facilita il dimagrimento assicurando un addome piatto e tonico;
– apre il torace e quindi stimola la capacità polmonare, migliorando la respirazione;
– riequilibra il quarto chakra (anahata).

Nell’eseguire il bhujangasana è molto importante non sforzare la zona lombare, perché deve essere la regione toracica a lavorare: il bacino resta aderente al tappetino, mentre le scapole si sollevano e tendono ad avvicinarsi, aprendo il petto. Questo movimento migliora la respirazione notevolmente, stimolando gli organi interni e apportando un beneficio globale. Le mani sono ben salde sul tappetino, e sorreggono il tronco aiutate dagli addominali sempre in tensione. I piedi invece sono a riposo, rilassati.

Come ben sai nello yoga è tanto importante il modo in cui si entra quanto quello in cui si esce da una posizione: in questo asana, con una lenta espirazione, riporta la testa in avanti e inizia a piegare i gomiti lentamente, avvicinando il torace a terra. Appoggia alla fine la fronte sul tappetino e rilassati per un minuto; poi vai in controposizione.

Non ti resta che provare!

Read More 18/07/2019

Il 21 giugno è una giornata importantissima per lo Yoga, in questa data si festeggia l’International Yoga Day, che si celebra annualmente dal 2014 in ogni angolo del mondo.

L’istituzione di questa festa fu richiesta da Narendra Modi, l’attuale Primo Ministro indiano, con l’obiettivo di celebrare lo Yoga e di tutte le persone che lo praticano, ma anche di promuovere questa disciplina come fonte di benessere fisico, mentale e come connettore tra culture e paesi diversi:

“Ai nostri giorni, possiamo constatare che, così come lo yoga connette il corpo, la mente, l’intelletto e l’anima dell’individuo, esso sta creando, sempre più, una connessione tra tutti i popoli del mondo intero. Tutti vogliono vivere una vita priva di dolore e malattia, una vita piena di felicità e lo Yoga è l’unico cammino per ottenere questi traguardi, esso è un mezzo per sperimentare e vivere una vita olistica in piena armonia”.

Ecco perché festeggiare il 21 giugno è così importante!

A Milano è in programma all’Arena Civica Gianni Brera una sessione di Yoga urbano, organizzato dall’associazione Yogafestival.

A Roma invece sono stati organizzati in collaborazione con l’Ambasciata Indiana tanti eventi che avranno luogo proprio nella storica Piazza del Campidoglio e che culmineranno il 21 giugno con una seduta libera di Yoga, da non perdere!

Read More 21/06/2019

Chi si avvicina al mondo dello Yoga, molto spesso di questa disciplina conosce solo le posizioni e le posture
(le Asana) che, in verità sono solo “la punta dell’ iceberg”, la parte più nota di questa scienza vedica che conta ben otto parti in totale.
Il libro Yoga e Ayurveda-Autoguarigione e Autorealizzazione di David Frawley pubblicato da ” Il Punto d’incontro Edizioni” può costituire un ottimo manuale sia per i neofiti, presentando molti concetti della disciplina dello Yoga in modo semplice ma approfondito ( con l’ausilio di elenchi puntati, dizionario, guida alla pronuncia del sanscrito, tabelle etc.) ma anche per gli yogiti esperti o i maestri di Yoga e Ayurveda.
La prima sezione del libro è dedicata a delineare i tratti comuni delle due discipline vediche “Yoga e Ayurveda sono scienze sorelle che si sono sviluppate insieme e nel corso della storia si sono influenzate ripetutamente una con l’altra”.

Secondo Frawley:

“Yoga è soprattutto e per prima cosa una scienza di autorealizzazione. Si interessa della pratica spirituale, soprattutto della meditazione, per portarci al di là del dolore e dell’ignoranza che sperimentiamo nel mondo. Ci insegna come muovere la consapevolezza dalla identificazione esteriore corporea confinata nell’ego e portarla verso il Sé immortale che dimora nel cuore.”

mentre

“L’Ayurveda è soprattutto una scienza di autoguarigione che tende ad alleviare le malattie del corpo e della mente.”

Entrambe le discipline servono l’una all’altra: semplificando all’estremo, potremmo dire che con l’Ayurveda avremo un corpo e una mente sana per poter raggiungere con lo Yoga la conoscenza del Se’ Immortale.

Read More 30/05/2019

Anche quest’anno la Design Week, che si è tenuta come ogni anno a Milano dal 9 al 14 di aprile, ha proposto programmi interamente dedicati allo Yoga e al Wellness nel nuovissimo quartiere City Life. Questo distretto è entrato a far parte della guida e della cartina della settimana del design soltanto a partire dall’anno scorso, e anche nell’ultima edizione si è riconfermato come un vero e proprio polo di aggregazione per tutti gli amanti del Wellness.

È stata l’associazione Yoga Festival  http://www.yogafestival.it/ad occuparsi dell’organizzazione di tutti gli eventi dedicati a Yoga, Mindfulness, Vastu, Pranayama, TaiChi, incontri con esperti e altro, tutti a partecipazione gratuita. Per tutto l’arco della durata della Design Week è stato possibile partecipare a corsi tenuti da esperti relativi a diverse discipline e a diversi rami dello Yoga. Le discipline affrontate durante i 6 giorni della Design Week sono tanto vaste quanto è il mondo dello Yoga e del benessere.

 

I corsi di Ashtanga Yoga, una branca moderna rigorosa e precisa adatta a chi è in buona salute, come quelli di Makko-ho, disciplina di stretching che riequilibra l’energia dei meridiani e corsi di Yoga base per principianti si sono svolti tutti all’aperto, nell’area In out Wellbeing Design. Non sono mancati approfondimenti teorici, come quelli sul Vastu “Lo yoga dell’abitare”, che si concentra sul nostro rapporto con l’ambiente circostante e i benefici legati al cambiare arredamento e naturalmente sull’antica medicina Ayurdveda.

 

Tutti temi che cerchiamo di portare avanti anche in Sinergia Studio, con i corsi ma anche indirettamente con la cura energetica degli ambienti in cui ospitiamo le attività.

Chissà quali altre sorprese riserverà la prossima Design Week nel 2020. nel frattempo il prossimo appuntamento per gli amanti del Benessere è ad ottobre con lo Yoga Festival di Milano.

Read More 2/05/2019
posizione yoga ardha uttanasana

Dopo aver visto la posizione Asana Uttanasana: la posizione del piegamento in avanti e Tadasana: la posizione della montagna, continuiamo il nostro approfondimento sulle posizioni asana parlando di Ardha Uttanasana, ovvero la posizione del mezzo piegamento in avanti.

posizione yoga

 

I benefici di questa posizione riguardano la parte posteriore del corpo e la parte frontale del torso, che vengono distese ed allungate. I muscoli della schiena sono rafforzati e di conseguenza potrete vedere un netto miglioramento della postura. Per eseguire Ardha Uttanasana in modo corretto è importante distribuire il peso sull’intera pianta del piede, spingere l’ombelico verso l’interno, mantenere una leggera apertura del petto, ma soprattutto la schiena dritta e il collo allungato.

Le prime volte può accadere di tenere una posizione innaturale del collo alzando troppo il volto. Il collo invece deve seguire la linea della colonna vertebrale. Potete praticare questo asana anche come riscaldamento, alternandolo con Uttanasana.

Read More 4/04/2019

Continuiamo l’appuntamento con gli asana dello yoga (per leggere la posizione “Tadasana” CLICCA QUI)  raccontando-vi la posizione del piegamento in avanti, cruciale per tutti coloro che si approcciano a questa disciplina con lo scopo di migliorare la flessibilità della colonna vertebrale, poiché Utannasana lavora sull’allungamento di tutta la parte posteriore del corpo. Non solo, questa asana rinforza le ginocchia e i muscoli delle cosce, diminuisce la tensione su collo e spalle, calma la mente e favorisce un buon riposo.

Per eseguire bene Uttanasana occorre distribuire bene il peso sull’intera pianta del piede ed eseguire il piegamento, a partire dai fianchi che sono ben in linea con i talloni. Le spalle sono rilassate e lontane dalle orecchie, ma soprattutto non bisogna forzare il tentativo di avvicinare la fronte alle tibie: l’allungamento della colonna è l’obiettivo di Uttanasana e se lo rispetterete, vedrete che quando il vostro corpo sarà pronto, il contatto arriverà senza sforzo, così come la possibilità di appoggiare i palmi al pavimento. Ricorda che il respiro è il miglior alleato dell’allungamento, quindi non trascurarlo mai!

Read More 15/03/2019
donna nella posizione yoga tadasana

Inizia oggi l’appuntamento fisso con la rassegna delle asana dello yoga.
In questo piacevole “percorso didattico”, ti illustreremo le caratteristiche del movimento, il modo migliore per eseguirlo e i benefici che ne conseguono.
La prima asana di cui vogliamo parlare è la montagna.


Questa posizione, di primo impatto, potrebbe sembrare semplice, perché l’illusione di una postura eretta con i piedi piantati a terra fa pensare a qualcosa di estremamente rilassante e di poco impegnativo.
Invece non è così; in questa asana il corpo è attivo, la sommità della testa spinge verso l’alto, il petto è aperto, le mani sono attive con i palmi rivolti verso il corpo e anche i quadricipiti sono attivi.
Per eseguire bene Tadasana occorre radicare bene i piedi a terra e il coccige verso il basso. Se la posizione della montagna è bene seguita, migliora la postura, la muscolatura della schiena si allunga e si sviluppa la capacità di radicamento, non solo a livello fisico ma anche mentale.

Tasadana: “I piedi si radicano nella terra attraversandola, dalla vita in su scivoliamo verso lo spazio: questo dinamismo tra terra e cielo crea un progressivo dissolversi delle tensioni, alleggerendo la schiena e regalando un senso di grande stabilità. Tutti i piani del nostro essere si integrano in questo gioco di due polarità.

Read More 7/02/2019
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