fbpx

Posts In:

Chi si avvicina al mondo dello Yoga, molto spesso di questa disciplina conosce solo le posizioni e le posture
(le Asana) che, in verità sono solo “la punta dell’ iceberg”, la parte più nota di questa scienza vedica che conta ben otto parti in totale.
Il libro Yoga e Ayurveda-Autoguarigione e Autorealizzazione di David Frawley pubblicato da ” Il Punto d’incontro Edizioni” può costituire un ottimo manuale sia per i neofiti, presentando molti concetti della disciplina dello Yoga in modo semplice ma approfondito ( con l’ausilio di elenchi puntati, dizionario, guida alla pronuncia del sanscrito, tabelle etc.) ma anche per gli yogiti esperti o i maestri di Yoga e Ayurveda.
La prima sezione del libro è dedicata a delineare i tratti comuni delle due discipline vediche “Yoga e Ayurveda sono scienze sorelle che si sono sviluppate insieme e nel corso della storia si sono influenzate ripetutamente una con l’altra”.

Secondo Frawley:

“Yoga è soprattutto e per prima cosa una scienza di autorealizzazione. Si interessa della pratica spirituale, soprattutto della meditazione, per portarci al di là del dolore e dell’ignoranza che sperimentiamo nel mondo. Ci insegna come muovere la consapevolezza dalla identificazione esteriore corporea confinata nell’ego e portarla verso il Sé immortale che dimora nel cuore.”

mentre

“L’Ayurveda è soprattutto una scienza di autoguarigione che tende ad alleviare le malattie del corpo e della mente.”

Entrambe le discipline servono l’una all’altra: semplificando all’estremo, potremmo dire che con l’Ayurveda avremo un corpo e una mente sana per poter raggiungere con lo Yoga la conoscenza del Se’ Immortale.

Read More 30/05/2019
Makko-ho

Presso Sinergia Studio Asd si praticano gli esercizi Makko-Ho, anche detti Stretching dei Meridiani.
Questi esercizi sono stati studiati e ideati da Shizuto Masunaga, Maestro fondatore dello Shiatsu moderno e, come per lo Yoga, si tratta di movimenti graduali e posture, da raggiungere con l’ausilio della respirazione, che vanno mantenute per alcuni momenti.
Per capire la finalità e il modo di esecuzione degli esercizi Makko-Ho occorre, però, fare qualche passo indietro. Secondo le discipline orientali l’essere umano va considerato e concepito come un insieme armonico di corpo, mente e spirito. Pertanto, laddove si riscontri una problematica o un disagio, la soluzione va ricercata prendendo in considerazione tutti e tre gli aspetti. La cultura occidentale, invece, è solita scindere la triade e vedere il corpo umano come l’unione di organi, muscoli, ossa e vasi sanguigni: l’approccio medico che ne deriva, quindi, è quello che cura le singole parti del corpo interessate da disfunzionalità.

 

Per la tradizione orientale, inoltre, il nostro corpo è attraversato da dodici meridiani o canali (immaginate dei torrenti che, partendo dalla superficie del corpo, raggiungono le parti più profonde, creando una rete che collega tutti gli organi e le aree del nostro fisico). Lungo i meridiani scorre l’energia del Qi (che, senza scendere troppo nello specifico, potremmo definire come l’energia vitale). La condizione di benessere è garantita dal fluire dell’Energia Vitale in ogni cellula del nostro corpo attraverso questi canali. Allorquando si verifichi un blocco del flusso energetico, potrebbero manifestarsi dei malfunzionamenti o dei disagi a livello psico-fisico.
Ecco allora che lo Stretching dei Meridiani può favorire il riequilibrio energetico dei meridiani, evitando la formazione di blocchi.
Gli esercizi sono sei in totale ed ognuno giova alla funzione di due meridiani e all’organo ad essi associato: Polmoni e Intestino Crasso, Stomaco e Milza, Cuore e Intestino Tenue, Vescica e Reni, Mastro del Cuore e Triplice Riscaldatore, Vescicola Biliare e Fegato.
Non spaventatevi, però! Non si tratta di esercizi di stretching come si effettuano nelle palestre e neppure acrobazie per contorsionisti. Gli esercizi Makko-Ho vogliono favorire la flessibilità, la duttilità del nostro corpo rispettando i limiti di ogni persona. Ogni individuo, guidato da un’immagine mentale, proietta il movimento sul proprio fisico, cercando, attraverso la respirazione di raggiungere la posizione ma senza mai sforzarsi.
I benefici con lo Stretching dei Meridiani non tarderanno ad arrivare e non ne potrete più fare a meno!

Read More 23/05/2019

Il Pilates è un metodo di allenamento che permette la presa di coscienza del nostro corpo, correggendo la postura, allungando i muscoli e soprattutto migliorando la precisione dei movimenti. Pilates for Runners è il nuovo protocollo di allenamento, messo a punto dal Maestro Gaetano Sicilia, specifico per i corridori amatoriali e professionisti.

Gli esercizi del programma Pilates for Runners, si concentrano sulla stabilizzazione e il rafforzamento del “core” (la zona del corpo che va dal diaframma all’inizio coscia) e sull’allungamento assiale.

 

Il programma Pilates for Runners si prefigge tre obiettivi:

  1. prevenire gli infortuni, che per il corridore possono essere da stress (tendiniti etc.) o da usura (condropatia etc.), andando a migliorare la distribuzione del carico su articolazioni e muscoli in maniera funzionale.
  2. migliorare la performance e la prestazione. Pilates for Runners aiuterà il corridore a massimizzare l’efficienza del gesto atletico, aumentando la forza e l’elasticità del tessuto muscolo-tendineo ed acquisendo una postura, durante la corsa, che comporti il minor dispendio energetico possibile.
  3. individuare le disfunzionalità. Attraverso l’osservazione dei vizi di postura statica e dinamica vengono studiati degli esercizi personalizzati per la correzione di tali inefficienze.

Fra gli esercizi che verranno proposti: esercizi a catena cinetica chiusa (ad esempio footwork, bridging e le loro varianti) seguiti da esercizi a catena cinetica pseudo aperta (ad esempio single o double leg pump e loro varianti) e da esercizi a catena cinetica aperta.

Pilates for Runners è complementare ai consueti programmi di allenamento su strada o pista e ne aumenta in maniera esponenziale l’efficacia.

Read More 16/05/2019

La Festa della Mamma è alle porte e con essa anche la voglia di godersi un momento di pace e relax in compagnia della nostra famiglia. Per preparare una dolce sorpresa, che sia leggera ma anche bella da vedere, abbiamo pensato di proporvi dei Paris Brest in versione mini.
Questi dolci a base di pasta choux e farciti con crema mousseline sono perfetti per una colazione a sorpresa, una merenda con tè, oppure un dopocena goloso.

PREPARAZIONE:

Per la pȃte à choux

Ingredienti

200 ml di acqua
50 ml di latte
150 g di farina di grano tenero
5 uova
1 pizzico di sale

Per il Mini Paris Brest

600 g di massa a pâte à choux
50 g di mandorle a lamelle
200 ml di panna fresca
250 ml di latte
3 tuorli
60 g di zucchero di canna extrafine
25 g di amido di mais
1 bacca di vaniglia
zucchero a velo

Preparazione

1. In una casseruola, mettete sul fuoco l’acqua, il burro e il sale. Quando raggiungono il bollore, aggiungete la farina setacciata in un un’unica volta, togliete dal fuoco, amalgamate, poi riportate sul fuoco e cuocete l’impasto per 2-3 minuti, mescolando con un mestolo di legno, finché sul fondo non si forma una leggera pellicina. Togliete dal fuoco e fate intiepidire fino a 50°C (mescolando di tanto in tanto così da accelerare il raffreddamento).
2. Trasferite la massa in una terrina più grande o nella planetaria. Sbattete leggermente le uova e aggiungetele in 3 o 4 volte finché l’impasto non raggiungerà la consistenza di una crema.
3. Con l’aiuto di una tasca da pasticcere e una bocchetta rigata da 1 cm formate degli anelli da 5 cm di diametro; formate un secondo anello sopra la base. Spennellate con il bianco d’uovo e decorate con le mandorle. Scaldate il forno a 200°C, infornate per circa 40 minuti, fino a quando il Paris Brest non risulterà dorato e asciutto nelle crepe. Non aprite mai il forno in cottura, il bignè potrebbe afflosciarsi perché non ancora pronto. Montate la panna fresca con lo zucchero e riponetela in frigorifero.

Read More 10/05/2019

Anche quest’anno la Design Week, che si è tenuta come ogni anno a Milano dal 9 al 14 di aprile, ha proposto programmi interamente dedicati allo Yoga e al Wellness nel nuovissimo quartiere City Life. Questo distretto è entrato a far parte della guida e della cartina della settimana del design soltanto a partire dall’anno scorso, e anche nell’ultima edizione si è riconfermato come un vero e proprio polo di aggregazione per tutti gli amanti del Wellness.

È stata l’associazione Yoga Festival  http://www.yogafestival.it/ad occuparsi dell’organizzazione di tutti gli eventi dedicati a Yoga, Mindfulness, Vastu, Pranayama, TaiChi, incontri con esperti e altro, tutti a partecipazione gratuita. Per tutto l’arco della durata della Design Week è stato possibile partecipare a corsi tenuti da esperti relativi a diverse discipline e a diversi rami dello Yoga. Le discipline affrontate durante i 6 giorni della Design Week sono tanto vaste quanto è il mondo dello Yoga e del benessere.

 

I corsi di Ashtanga Yoga, una branca moderna rigorosa e precisa adatta a chi è in buona salute, come quelli di Makko-ho, disciplina di stretching che riequilibra l’energia dei meridiani e corsi di Yoga base per principianti si sono svolti tutti all’aperto, nell’area In out Wellbeing Design. Non sono mancati approfondimenti teorici, come quelli sul Vastu “Lo yoga dell’abitare”, che si concentra sul nostro rapporto con l’ambiente circostante e i benefici legati al cambiare arredamento e naturalmente sull’antica medicina Ayurdveda.

 

Tutti temi che cerchiamo di portare avanti anche in Sinergia Studio, con i corsi ma anche indirettamente con la cura energetica degli ambienti in cui ospitiamo le attività.

Chissà quali altre sorprese riserverà la prossima Design Week nel 2020. nel frattempo il prossimo appuntamento per gli amanti del Benessere è ad ottobre con lo Yoga Festival di Milano.

Read More 2/05/2019
error: